TEXAS, U.S.A. - Voci dal Braccio della Morte

          Ultimo aggiornamento: 25/01/2009
   

LE PERSONE AMATE

(Di: Kathryn Nevin)

Io sono quello che voi potreste chiamare un paria sociale, anche se guardandomi non potreste capirlo. Non ho nessuna stranezza evidente. Non c'è niente di visibilmente sbagliato. Come la maggior parte delle persone, sono anonima, sconosciuta. Ma se andaste in profondità, non mi considerereste più nello stesso modo. Diventereste nervosi. E come la persona che amo, ai vostri occhi verrei condannata. Ci deve essere qualcosa di sbagliato in me. Nel migliore dei casi, devo essere l'infelice vittima di un criminale. Nel peggiore, potrei essere una sorta di complice nel crimine. Anche le persone che conosco, che amo, e che mi sostengono hanno avuto il loro momento di meraviglia - e ancora ne hanno - come può veramente amarlo? E che succede se lui è realmente colpevole?

Sono una delle persone amate: gli inascoltati familiari e amici dei prigionieri nel braccio della morte. Sono una delle persone di cui raramente sentite parlare - o se sentite qualcosa al massimo si tratta di poche parole dette da un'insegnante delle medie che dice "è stato un problema fin dall'inizio". A volte sentite di una donna che sposa un serial killer di bella presenza e ottiene molta attenzione sulle copertine dei giornali, dopo di che tutti si fanno una bella risata su quanto sia stata stupida. Ma ci sono alcuni di noi che sono sotto ogni punto di vista persone normali, ma che costantemente, giorno dopo giorno, vivono con questa sentenza di morte che gli pende sulla testa. In molti casi, quelli che amiamo sono nel braccio della morte non perché sono dei mostri ma perché hanno rifiutato di patteggiare una pena al processo. Troppo poveri per potersi assicurare un'adeguata rappresentanza legale, sono andati incontro a una sentenza totalmente sproporzionata rispetto a quello che hanno fatto - o, nel caso di mio marito, a quello che non hanno fatto.

Quando cominciai a scrivere questo articolo, volevo dedicare molto tempo a parlare di come la pena di morte sia inequivocabilmente sbagliata. Potrei farlo. Dio sa che le ragioni sono molte. La verità è che se mai c'è una ragione per me per oppormi alla pena di morte, è perché mio marito Jack soffre ingiustamente sotto il suo peso ogni giorno. Come succede a quelli di noi che gli vogliono bene. Così mentre potrei elencare moltissime ragioni per opporsi alla pena di morte, per me salvare la vita di Jack è la ragione più grande. Potrei riempire pagine e pagine spiegando la sua situazione legale, e se pensassi che questo potrebbe aiutare il suo caso a questo punto, lo farei. La mia intenzione però non è persuadervi a prendere certe posizioni sulla pena di morte o pregarvi di interessarvi al caso di Jack. Voglio solo che ascoltiate la mia voce. Voglio che sentiate cos'è amare qualcuno nel braccio della morte. Voglio che sappiate cos'è per me sapere ogni giorno che lo Stato sta pianificando di uccidere il mio migliore amico e il mio più grande amore: un uomo buono, che come molti di noi ha fatto degli sbagli quando era più giovane, ma che non ha mai ucciso nessuno.

A volte dico a me stessa che Jack sta morendo per un cancro, solo per provare a convivere con questo. A volte immagino che sia un paziente in chemioterapia, o che abbia qualche strano morbo per cui debba stare in quarantena. Mi invento che la sua rara malattia sia fatale nella maggior parte dei casi, ma che qualche eccezione a volte capiti. Prego per una guarigione tutti i giorni. Ma il problema è che Jack non sembra malato. Quando vedo la sua pelle piena di salute e la luce che brilla nei suoi occhi durante le mie visite, e quando stringo le sue mani calde e forti, mi ricordo che Jack nella realtà non sta morendo di cause naturali. Lo sta mandando alla morte un sistema giudiziario criminale a volte insano e corrotto, che nel suo caso ha dimenticato la giustizia.

Poi ci sono delle volte in cui sento di stare morendo di qualcosa. Ci sono conseguenze fisiche reali a vivere insieme alla pena di morte. A volte mi ammalo per giorni e sono debolissima senza "nessuna ragione apparente". Sono andata nell'ufficio del dottore, piangendo, perché il dolore alla testa non poteva passare. Mi costringo a dormire per dodici o tredici ore per evitare di dover pensare troppo, e a dispetto di tutto questo non mi sento mai libera o normale. Posso forzare me stessa a uscire con amici o con i familiari e mi posso trovare a ridere, e anche a essere allegra in alcuni momenti - ma l'agonia che ho dentro non si interrompe mai. In ogni momento il mio cuore può contrarsi e farmi rendere conto del dolore della potenziale perdita. Il cuore mi si lacera dentro ogni giorno; una parte di me abbraccia un'enorme speranza e resiste alla possibilità dell'esecuzione, mentre un'altra parte si stupisce se cerco di prepararmi alla morte. Il mio cuore si spezza in silenzio.

Non posso parlare del caso di Jack a questo punto per molte ragioni: strategie legali e il desiderio di proteggere Jack. Se uso troppo la mia voce o se attiro troppo l'attenzione su di lui potrei bruciarlo; le sue chances, se mai ce ne siano, potrebbero sparire e lo Stato potrebbe non lasciarci scampo. L'amore diventa una "minaccia alla sicurezza" agli occhi dello Stato. Ho le mani legate; ho il cuore legato. Sento che è un rischio anche scrivere questo, anche dirvi solo questo. Il costante ingranaggio delle domande gira nella mia testa: può qualcuno o qualcosa liberarmi da questo dolore? Ci sarà qualcuno che guarderà al caso di Jack trovando quello che è avvenuto davvero? Qualcuno può fare qualcosa?

Provo a rifugiarmi nelle parole di Gesù Cristo "Non vi preoccupate" e "non state in ansia per quello che vi succederà domani", ma che io sappia non ho ancora raggiungo la santità (la Chiesa Episcopale non sta bussando alla mia porta per canonizzarmi) e non sono sicura che chiunque, che non sia un santo, possa mantenere una calma compostezza di fronte alla condanna a morte. Lo so che è solo per la grazia del Signore e la sua forza di carattere che Jack mantiene la sua sanità mentale e il suo senso dell'umorismo - e se non fosse per il Signore (e Jack) non sarei in grado nemmeno di riuscire a scrivere questo articolo.

A quelli di voi che sostengono la pena di morte, nel vostro zelo e nella vostra ricerca di vendetta, voi dimenticate le famiglie delle persone che volete distruggere. Giudici, quando voi condannate qualcuno a morte, condannate a morte anche le persone che lo amano. La pena di morte è totalmente ingiusta per noi. Amiamo quelli che volete distruggere nello stesso modo in cui voi amate i vostri familiari. Per voi può essere incomprensibile, ma pensate per un solo momento: potreste smettere di amare vostro marito, o vostra moglie, o vostro figlio se venissero condannati a morte? Naturalmente no. Potreste smettere di amarli anche se commettessero un grave crimine? Ancora, no.

Se persone innocenti come Jack non possono essere liberate come meriterebbero, almeno lasciatele in vita. Almeno lasciate che Jack viva, per poterci stringere la mano durante le nostre visite. Lasciate che possa entrare dalla porta con il suo bel sorriso, con l'amore nei suoi occhi e il calore nelle sue mani. E' un uomo che vive, respira, sta bene. E' il marito del mio cuore. Io amo Jack, e la sua morte non renderà lo Stato un posto più sicuro, specialmente per il fatto che non ha mai commesso il crimine per il quale è stato condannato ingiustamente. Tutto quello che farà sarà portare più dolore in questo mondo. Penso che ci sia già stato abbastanza dolore. So che è vero per Jack. E per tutti quelli che gli vogliono bene.


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